mercoledì 13 giugno 2012

La politica fuori dalle banche? Impossibile senza modifica statuto MPS




Le recenti dichiarazioni del sindaco dimissionario Ceccuzzi, presente all’ultimo evento organizzato dal PD, al Santa Maria della Scala, fanno riflettere sulle novità che potrebbero coinvolgere Siena nei prossimi mesi; egli afferma infatti: “la politica deve star fuori dalle banche”. Innegabile la validità del ragionamento. Di conseguenza ci si chiede: ma come ha fatto la politica ad essere così presente nella nostra banca? Uno degli strumenti fondamentali  è stato la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, la quale ha potere decisionale sulle nomine del CdA della banca, possedendone le azioni. Ma la questione non si spiegherebbe qui: tutte le fondazioni hanno questo potere. L’anomalia sta nel fatto che la nostra Fondazione è l’unica in Italia ad essere così tanto controllata (ovvero nominata), dalla politica. Infatti analizzando gli statuti delle 88 Fondazioni Bancarie Italiane (fonte ACRI - Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa), emerge un dato nettamente superiore alla media: il numero di nomine spettanti al Sindaco di Siena nella Deputazione Generale della Fondazione MPS.
 Verificando le procedure di nomina degli 88 Odi (Organi di indirizzo), quella con il maggior numero di nomine a carico di un singolo Comune, risulta la Fondazione MPS (50% del totale), con 8 membri nominati da un solo sindaco (di cui uno d’intesa con la Camera di Commercio). Caso unico in Italia, dove il numero massimo di nomine spettanti ad un singolo Comune è 5, in media 1,8 nomine. Negli Odi delle Fondazioni, per l’importanza decisionale che ricoprono nella gestione dei fondi da destinare alla comunità e per il forte legame con il territorio, le nomine spettano ad enti e associazioni del luogo, solitamente “polverizzate”, in modo che nessuno abbia il controllo totale del suddetto organo: in media il numero di componenti degli Odi è di 18 membri e quasi ogni membro proviene da una realtà diversa. Spesso delle nomine spettano agli Ordini Professionali, alle Università, alla Misericordia, alle Accademie culturali e alle Diocesi; ma figurano anche Comunità Ebraica, Sovrintendenza e Consiglio dei dirigenti scolastici. Dunque, in genere, una presenza molto più frammentata, rispetto alla nostra Fondazione; ciò senza considerare le nomine che spettano alla Provincia, altre 5, che portano la politica ad avere l’81% del potere decisionale, ovvero 13/16 dell’Odi. Allora come interrompere il circolo vizioso politica-fondazione-banca? L’unico strumento possibile è la modifica dello Statuto della Fondazione e dello Statuto Comunale, che concedono i suddetti poteri di nomina, e tutto ciò che ne consegue.