Le recenti
dichiarazioni del sindaco dimissionario Ceccuzzi, presente all’ultimo evento
organizzato dal PD, al Santa Maria della Scala, fanno riflettere sulle novità
che potrebbero coinvolgere Siena nei prossimi mesi; egli afferma infatti: “la
politica deve star fuori dalle banche”. Innegabile la validità del
ragionamento. Di conseguenza ci si chiede: ma come ha fatto la politica ad
essere così presente nella nostra banca? Uno degli strumenti fondamentali è stato la Fondazione Monte dei Paschi di
Siena, la quale ha potere decisionale sulle nomine del CdA della banca,
possedendone le azioni. Ma la questione non si spiegherebbe qui: tutte le
fondazioni hanno questo potere. L’anomalia sta nel fatto che la nostra
Fondazione è l’unica in Italia ad essere così tanto controllata (ovvero
nominata), dalla politica. Infatti analizzando gli statuti delle 88 Fondazioni
Bancarie Italiane (fonte ACRI - Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio
Spa), emerge un dato nettamente superiore alla media: il numero di nomine
spettanti al Sindaco di Siena nella Deputazione Generale della Fondazione MPS.
Verificando le procedure di nomina degli 88 Odi
(Organi di indirizzo), quella con il maggior numero di nomine a carico di
un singolo Comune, risulta la Fondazione MPS (50% del totale), con 8 membri
nominati da un solo sindaco (di cui uno d’intesa con la Camera di Commercio).
Caso unico in Italia, dove il numero massimo di nomine spettanti ad un singolo
Comune è 5, in media 1,8 nomine. Negli Odi delle Fondazioni, per l’importanza
decisionale che ricoprono nella gestione dei fondi da destinare alla comunità e
per il forte legame con il territorio, le nomine spettano ad enti e
associazioni del luogo, solitamente “polverizzate”, in modo che nessuno abbia
il controllo totale del suddetto organo: in media il numero di componenti degli
Odi è di 18 membri e quasi ogni membro proviene da una realtà diversa. Spesso
delle nomine spettano agli Ordini Professionali, alle Università, alla
Misericordia, alle Accademie culturali e alle Diocesi; ma figurano anche
Comunità Ebraica, Sovrintendenza e Consiglio dei dirigenti scolastici. Dunque,
in genere, una presenza molto più frammentata, rispetto alla nostra Fondazione;
ciò senza considerare le nomine che spettano alla Provincia, altre 5, che
portano la politica ad avere l’81% del potere decisionale, ovvero 13/16
dell’Odi. Allora come interrompere il circolo vizioso politica-fondazione-banca?
L’unico strumento possibile è la modifica dello Statuto della Fondazione e
dello Statuto Comunale, che concedono i suddetti poteri di nomina, e tutto ciò
che ne consegue.
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