giovedì 10 maggio 2012

Blitz a Siena, il sunto

Mercoledì 9 maggio


Cosa è successo

38 decreti per 64 perquisizioni e 147 uomini della Guardia di Finanza impiegati tra Rocca Salimbeni, Palazzo comunale e alla sede della Provincia. Tre i pm titolari dell'inchiesta : Antonino Nastasi, Nicola Marini e Aldo Natalini.

Sono stati tutti bloccati i computer della Direzione generale di Banca Monte dei Paschi. La Guardia di finanza ha infatti fermato il server a cui fanno riferimento.

Tra le perquisizioni, l'abitazione e gli uffici senesi e romani di Giuseppe Mussari - che non è indagato - , l'abitazione e l'ufficio di Gabriello Mancini, la casa di Antonio Vigni, e di Claudio Pieri, attuale direttore generale della Fondazione Mps e di altri dirigenti sia della Fondazione sia della Banca.

I magistrati indagano ipotizzando come reati la «manipolazione del mercato ed ostacolo alle funzioni delle autorità di vigilanza in relazione alle operazioni finanziarie di reperimento delle risorse necessarie alla acquisizione di Banca Antonveneta (1) e ai finanziamenti in essere a favore della Fondazione Monte dei Paschi (2)»

1) Primo filone d'inchiesta: manipolazione del mercato

Quanto alle manipolazioni di mercato, che è il vecchio reato di aggiotaggio, tutto risale alle segnalazioni alla magistratura dell’Autorità guidata da Giuseppe Vegas sull’andamento del titolo Mps il 9 gennaio scorso, quando dopo un tonfo di quasi il 14% è rimbalzato quasi di altrettanto.Il sospetto, che la magistratura dovrà appunto verificare, è che si sia trattato di un rialzo «guidato» dalla stessa banca e dal suo maggiore azionista per evitare di appesantire le garanzie date su prestiti contratti con altre banche.


2) Secondo filone d'inchiesta: Antonveneta

Non si tratta di un’indagine sull’adeguatezza o meno del prezzo pagato, giudicato già a suo tempo troppo alto, ma sulla correttezza di un’operazione particolare, l’emissione «fresh», e di un prestito da un miliardo con JpMorgan sul quale i responsabili dell’istituto senese messi sotto inchiesta avrebbero mentito alla Banca d’Italia che aveva a riguardo posto molti paletti.

In particolare, come rivela la Procura di Siena, nelle comunicazioni alla Vigilanza del 23 settembre e del 3 ottobre 2008 avrebbero mentito nel dire che ci sarebbe stata la restituzione del capitale, condizione invece richiesta da Palazzo Koch guardando all’adeguatezza del capitale della banca.






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